Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Howard Rheingold

California USA, 15/11/97

"Internet e l'educazione: la necessità dell'individuo di pensare criticamente"

SOMMARIO:

  • Rheingold definisce il concetto di comunità virtuale, facendo riferimento al suo libro dal titolo omonimo (1).
  • Le comunità virtuali hanno la caratteristica di privilegiare immediatamente, nel rapporto tra due o più individui che vivono in paesi diversi, la condivisione di interessi comuni; ciò avviene in virtù dell'abbattimento di barriere socio-culturali che possono creare, nelle comunità reali, delle distanze comunicative (2).
  • La comunicazione virtuale permette il gioco di identità e lo scambio dei ruoli; come ciò possa influire sulla psicologia di un individuo rimane una riflessione ancora poco esplorata in campo psico-sociologico; comunque, l'abilità di mascherare la propria identità può produrre effetti diversi, negativi e positivi (3).
  • Per quanto riguarda le nuove tecnologie in rapporto all'educazione, è necessario riflettere sulla trasformazione del sistema scolastico sicuramente inadeguato ad affrontare le priorità culturali che l'era tecnologica impone ad una organizzazione sociale (4);
  • inoltre, è di fondamentale importanza la formazione degli insegnanti (5).
  • Si dovrebbe insegnare a pensare in modo critico ai giovani per permettere loro di scegliere i percorsi da effettuare in Internet: questo dovrebbe essere il compito della scuola (6);
  • in questa prospettiva, la censura da parte dei governi potrebbe essere pericolosa per l'arbitrarietà delle scelte dei percorsi culturali (7).
  • Per poter raggiungere una sorta di "civilizzazione" rispetto ai media bisognerebbe educare i genitori su come insegnare ai propri figli ad utilizzare in modo sano ed efficace gli strumenti a loro disposizione (8).
  • Internet è un mezzo sorprendente per le infinite possibilità comunicative che possiede, le quali non sono controllate, come per la radio e la televisione, da un potere centrale (9).
  • Se è vero che le nuove tecnologie digitali permettono a chiunque di produrre informazione, poiché questa può essere cattiva o buona informazione, tale libertà di accesso non potrà uccidere il professionismo giornalistico (10).
  • Poiché le società democratiche sono basate sulla scelta, da parte della comunità, di un proprio leader e sulla libertà di espressione, l'intervistato ritiene che la libertà di Internet sia positiva se si ritiene di avere a che fare con individui che sanno pensare in modo critico (11).
  • Internet è uno strumento politico di notevole importanza; tuttavia, è difficile dire se l'uso della rete in questa direzione possa essere negativo o positivo: rimane fondamentale riflettere, anche in questo senso, sull'educazione degli individui (12).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Poiché Lei ha scritto un libro sulle comunità virtuali, può darci delle chiarificazioni sulla loro natura sociale?

Risposta
Il libro, ora disponibile anche in traduzione italiana, prende il titolo di Le comunità virtuali. Il libro descrive persone che, come me e come tante altre nel mondo, non utilizzano Internet solo per trovare o pubblicare informazioni ma comunicano tra di loro utilizzando la tastiera; da ciò nascono lunghe discussioni. I temi che si trattano possono essere di diversa natura: possono riguardare la politica, oppure problemi privati di ognuno; sono migliaia i soggetti sui quali discutere. L'importante è che queste persone possano comunicare tra di loro attraverso Internet per arrivare a conoscersi, anche se non si sono mai incontrate nella vita reale; questo è ciò che io chiamo una comunità virtuale: un gruppo di persone che comunicano tramite Internet per un certo periodo di tempo. Ho trovato molti vantaggi in questa forma di comunicazione.

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Domanda 2
In che modo le comunità virtuali si differiscono da quelle reali?

Risposta
Il vantaggio delle comunità virtuali è nel poter incontrare persone che dividono i nostri stessi interessi, anche se questi ultimi sono singolari, e, normalmente, di difficile condivisione, come l'interesse all'allevamento di una razza canina rara, per esempio; si possono trovare, in una comunità virtuale, persone disposte a parlare di qualsiasi argomento. Su Internet si possono incontrare persone che dividono i nostri interessi anche se si trovano in paesi lontani: partecipa a questo scambio gente proveniente da centinaia di paesi diversi! Uno dei vantaggi di Internet è che non si deve essere perennemente collegati per conversare; tramite l'utilizzo della bacheca si può lasciare un messaggio e tornarci più tardi per controllare le risposte. Alcune conversazioni durano settimane o mesi, addirittura anni; in questo "luogo" si trascendono tempo e spazio, poiché non si deve essere tutti collegati contemporaneamente e nello stesso posto. Inoltre, molti pregiudizi cadono poiché non necessariamente si conosce l'età o il sesso o, ancora, l'appartenenza ad una cultura dell'interlocutore. Sono molte le barriere comunicative che vengono meno con questo medium. Tuttavia, esistono anche degli svantaggi in questa forma di comunicazione; intanto, non si ha una persona reale di fronte a sé e, probabilmente, non la si incontrerà mai. Ecco perché, forse, non si avrà lo stesso senso di responsabilità che si ha con il vicino di casa. In secondo luogo, è facile, una volta collegato, mascherare la propria identità fingendo di essere qualcun altro. Le persone poco gentili possono fingere di esserlo e viceversa. Alcuni cercano di ingannarci in comunicazioni sociali o economiche per le quali è possibile non sentirsi preparati. Ritengo sia importante che la gente capisca come utilizzare questo medium, così da non essere più sorpresi quando qualcuno pretende di essere quello che non è realmente. Un altro vantaggio relativo al mezzo, in rete, delle comunità virtuali è la sensibile diminuzione delle inibizioni da parte di chi lo usa. Le persone più timide che non riescono ad intervenire in un gruppo e hanno difficoltà a partecipare alla conversazione, se hanno bisogno di tempo per riflettere, le comunità virtuali permettono di essere ascoltati in un modo impossibile altrove. Questo diminuisce l'inibizione, che impedisce, normalmente, la partecipazione alla conversazione. Vista da un'altra prospettiva, questa inibizione può provocare svantaggi nella conversazione: quando si è in rete, e non si ha la persona di fronte, non la si vedrà piangere se la si ferisce, e nessuno potrà picchiarci se riceve un insulto. In questo senso, bisogna essere molto cauti nell'utilizzare la parola "comunità". Penso che la gente collegata possa sviluppare relazioni e possa incontrarsi nel mondo reale, e questo è un modo magnifico di connettersi con la gente che condivide valori e idee. Se non si ha una vera connessione, l'idea di comunità diventa abbastanza distante dalla nostra idea tradizionale di comunità.

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Domanda 3
Esiste un'identità nella vita reale e una quando si è collegati, oppure l'identità si sceglie man mano che cambiano spazio e tempo?

Risposta
La comunicazione online ha effetti diversi rispetto ad altre forme di comunicazione. Noi tutti utilizziamo identità diverse nella vita quotidiana; si hanno identità diverse a seconda che ci si trovi con i propri genitori, con il proprio coniuge, con il collega di lavoro, oppure con uno sconosciuto. Siamo tutti abituati nel presentare facce diverse, maschere diverse per gente diversa. Con il collegamento è possibile creare diverse identità: se si è un uomo si può diventare una donna, se si è adolescente si può fingere di essere adulto. Quando si hanno dodici anni e si è particolarmente intelligenti risulta difficile farsi ascoltare dagli adulti; in rete, gli stessi adulti possono pensare che si è un professore o un esperto perché non possono sapere la reale età dell'interlocutore. Tutti questi vantaggi possono anche diventare svantaggi: è facile prendersi gioco della gente, e se si pensa di comunicare con un adulto e si realizza di parlare con un dodicenne o con un uomo mentre si pensava di discutere con una donna, non ci si sente molto bene, in seguito; ci si sente, in qualche modo, traditi. La gente utilizza l'abilità di mascherarsi per divertimento. Ci sono delle comunità conosciute come MUD, ossia multi-users dungeons, nelle quali si assumono ruoli diversi: ci sono principi e principesse, draghi e maghi. Invece di andare al cinema o di leggere un libro per divertirsi, lì, le persone creano il loro proprio film, il proprio libro nel quale giocano i loro rispettivi ruoli. In queste particolari comunità, la gente capisce che deve assumere ruoli diversi. Ci possono essere altre discussioni, anche molto serie, nelle quali i partecipanti non capiscono che altri possano avere opinioni politiche molto diverse rispetto alle loro. Entriamo, così, nel mondo online, dove la propria identità è molto più malleabile rispetto alla vita reale. Come, ciò, influenzerà il modo in cui ci sentiamo? In realtà nessuno lo sa. E' stata fatta troppa poca ricerca in quest'ambito. Sherry Turkle ha scritto a proposito dell'identità in rete. Considerando che centinaia di milioni di persone stanno sedute davanti al computer, tutto il giorno, e che molti di questi comunicano tramite Internet, è sorprendente quanta poca ricerca sia stata fatta, finora, in campo psico-sociologico, su come Internet interferisce con la nostra mente, come modifica la comunicazione con gli altri. La rete è un fenomeno nuovo e l'establishment educativo si è mosso piuttosto lentamente. I resoconti si hanno solo da gente come me. Non abbiamo una vera ricerca scientifica che ci dica come tutto questo modifichi il senso dell'identità personale. Ripeto: ci sono vantaggi e svantaggi nell'abilità di mascherare la propria identità, poiché si possono sperimentare tante possibilità. Penso sia utile, per un uomo, provare a fingere di essere una donna per vedere come si viene trattati. E' anche possibile nascondersi dietro false identità e calunniare gli altri, sentendosi al sicuro perché non sarà possibile, per l'altro, ribattere. Come per qualsiasi tecnologia ci sono vantaggi e svantaggi. Ciò di cui abbiamo bisogno è imparare ad utilizzare la tecnologia vantaggiosamente, e sapere come proteggerci dai suoi lati negativi.

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Domanda 4
Quali sono le opportunità offerte dalle nuove tecnologie nell'ambito dell'educazione?

Risposta
Per poter affrontare il problema dell'impatto delle tecnologie sull'educazione bisogna capire la differenza tra il sistema scolastico e l'educazione. L'educazione riguarda la preparazione delle menti per potere interagire con il mondo, insegnando metodi di studio per introdurre alla storia della civilizzazione occidentale e alla geografia mondiale, argomenti di cui si necessita per essere effettivamente al mondo. La scuola, invece, si preoccupa molto di cosa fare dei bambini durante il giorno mentre i genitori lavorano, assolvendo alla funzione, piuttosto, di baby sitting; la scuola ha a che fare con la creazione di cittadini che saranno membri effettivi della società. Il sistema scolastico, come lo conosciamo ora, è stato creato per formare buoni cittadini per la società industriale. Si insegna a stare seduti tranquillamente al proprio banco, con tutti i banchi in fila e ad ascoltare quello che il professore ha da dire. Il professore, in realtà, trasmette la conoscenza come se versasse la propria sostanza negli alunni. "Imparate a muovervi quando suonano i campanelli": questo è l'imperativo che prepara la gente a lavorare in fabbrica o in ufficio. Sfortunatamente, questo tipo di sistema educativo è molto efficiente nell'era industriale, ma ora siamo giunti in un'epoca nella quale le cose si muovono più rapidamente; la nostra, è un'era nella quale non si lavora più nella fabbrica o in ufficio come si faceva una volta. Le nuove tecnologie, le nuove industrie e i nuovi modi di vivere arrivano così velocemente che quello che si è imparato a scuola, o quello che è stato versato nella testa dello studente, diventa obsoleto entro il diploma. Oggi, per preparare gli studenti ad essere cittadini in un mondo che cambia rapidamente, affetto dalle tecnologie, nel quale i ruoli cambiano più rapidamente di quanto siamo abituati, è importante insegnargli a pensare per se stessi, a pensare criticamente ed insegnare loro come imparare a muoversi. Molti genitori e molte società non vogliono trattare i bambini come gli adulti, non vogliono insegnare loro a pensare criticamente. Un altro grande problema negli Stati Uniti, e penso anche in altre società industriali democratiche, è che la gente risulta sempre meno propensa a pagare tasse per l'educazione pubblica. Di conseguenza i professori non sono pagati bene e non vengono attratte le menti migliori all'insegnamento. Le scuole non sono bene equipaggiate: non ci sono abbastanza matite, mancano libri, i bagni sono fatiscenti e le aule hanno bisogno di essere tinteggiate. Insomma: la scuola è una parte della società dalla quale dipendiamo tutti ma non siamo d'accordo nell'aiutarla a crescere, quando ciò implica un impegno economico. L'educazione è in crisi e alcuni pensano che aggiungendo tecnologia tutto si risolverà. Oggi sono arrivati Internet e i computer, strumenti che creano un vantaggio didattico eccezionale. Nelle piccole scuole, lontane dai centri metropolitani, dove è difficile viaggiare d'inverno, può darsi che ci sia una piccola biblioteca. Uno studente o un gruppo di studenti brillanti, forse più intelligenti del loro professore, saranno limitati alle risorse della piccola biblioteca. Avendo una connessione ad Internet, questi possono accedere alle più grandi biblioteche del mondo. Avrebbero accesso a più informazioni e a più sapere di quanto ne potrebbero mai avere dalla loro piccola biblioteca. Ancora più importante, avrebbero un contatto diretto con i professori e con altri studenti che possono dar loro un aiuto per imparare insieme. Se si tratta di uno studente di matematica avanzata, egli potrà studiare con qualcuno del MIT, anche se si trova in una piccola città australiana. Esistono modi di utilizzare il computer per costruire simulazioni e per utilizzare modelli grafici che permettono agli studenti di studiare molto più attivamente che con la vecchia lavagna. Tuttavia, aggiungere Internet e i computer nelle aule non garantisce che tutti sappiano utilizzarli. I professori devono essere formati e devono esserci fondi per la formazione continua. Inoltre, questi strumenti necessitano di una manutenzione tecnica, necessaria quasi ogni giorno. Molto spesso le scuole dispongono di fondi per l'acquisto di computer e per la connessione Internet ma non per la formazione e per l'assistenza. Bisogna, dunque, destinare una parte del budget alla formazione e all'assistenza. Non penso valga la pena utilizzare un nuovo strumento per continuare con vecchie tecniche educative; se si utilizza il computer per collaborare, allora credo che Internet rappresenti un'opportunità fantastica per l'educazione. Basti guardare i migliori professori in tutto il mondo che hanno trovato il modo di utilizzare al meglio la rete per insegnare ed imparare. Queste opportunità andranno perdute se non si inizia a pensare realmente alla tecnologia e all'educazione: dobbiamo capire che aggiungere tecnologia al sistema scolastico non risolverà il più ampio problema sociale dell'educazione nella nostra società.

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Domanda 5
E come possiamo insegnare agli insegnanti? Come possiamo, inoltre, insegnare loro ad apprezzare l'utilità delle nuove tecnologie per trasmettere la loro importanza agli studenti?

Risposta
Un professore non diventerà, certo, un effettivo insegnante di tecnologia se non è entusiasta del suo utilizzo. Se i professori sono sottopagati e gli si chiede di aggiornarsi da soli, non avranno le risorse adeguate per poter imparare a rapportarsi con le nuove tecnologie. In questa prospettiva, perché dovrebbero essere entusiasti di imparare? E' importante dialogare con gli insegnanti per capire i loro bisogni, prima di installare le nuove tecnologie nelle scuole. Viceversa, sorgerà un vero e proprio risentimento verso queste tecnologie: se sono pagati poco potrebbero prendersela con le nuove tecnologie. Che senso ha se sono collegati ad Internet ma il tetto di casa rimane rotto? Si deve pensare a tutto quello che riguarda le tecnologie: non si tratta soltanto di mettere il cavo che porta Internet. Infine, non bisogna far sì che queste novità siano in competizione con l'insegnamento ma, piuttosto, che accrescano le abilità all'insegnamento.

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Domanda 6
Vuole aggiungere qualcos'altro riguardo all'insegnamento e alla scuola per il futuro?

Risposta
Internet permette l'accesso ad ogni tipo di materiale, e il materiale didattico che si riesce a trovare in rete è interessantissimo. C'è anche del materiale pornografico e tanta informazione falsa, certo. Dobbiamo, allora, innanzi tutto, capire che gli studenti devono essere responsabili; i professori, i distretti educativi, i genitori ed i ragazzi devono, insieme, decidere quale sia l'utilizzo accettabile di Internet. Tutte queste entità devono firmare un pezzo di carta contenete le "Regole di Utilizzo Accettabile", un documento che stabilisca che i genitori sono consapevoli e gli studenti responsabili del proprio comportamento. Se uno di loro viene sorpreso a guardare un sito pornografico invece che un sito educativo, la responsabilità non ricadrà sulla scuola o su i genitori ma sullo studente, perché ha accettato egli stesso questa responsabilità. Penso sia importante allenare la gente a pensare in modo critico sui contenuti che si possono trovare in rete, poiché se si introducono, in un motore di ricerca, alcune parole, non è detto che la risposta accurata sia all'interno della lunga lista di siti che Internet ci invia. In secondo luogo, chiunque può pubblicare su Internet e ciò permette, all'utente che utilizza l'informazione, di stabilire se l'informazione sia accurata o no. E' molto importante sottolineare questa libertà che si trova in Internet, poiché significa che dobbiamo insegnare agli studenti ad interrogare criticamente le fonti d'informazione 'incrociando' le ricerche. Ritorna ancora una volta il paradosso: per potere utilizzare queste tecnologie bisogna insegnare ai ragazzi come pensare in modo critico. Molti genitori e professori si oppongono a questo tipo di insegnamento: se si insegna loro a mettere in discussione le autorità gli studenti inizieranno a dare fastidio sia ai genitori che ai professori. Sapere come insegnare criticamente e tenere una classe ordinata rimane ancora un problema importante da risolvere.

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Domanda 7
Non crede che basti un V-chip nella televisione oppure una cyber baby sitter per bloccare quello che potrebbe guardare un bambino?

Risposta
Il problema dei filtri su Internet è molto complesso. Non ci sono modi per capire quello che verrà censurato: un sito che censura temi relativi al sesso impedirà di vedere immagini pornografiche ma anche informazioni sul cancro al seno o sull'AIDS. Penso sia pericolosa una censura dall'alto, governativa. Un professore non vorrà che i suoi ragazzi vadano a vedere il sito di 'Playboy', ma vorrà forse trasmettere loro informazioni sul cancro al seno o su un quadro classico contenente un nudo. Dobbiamo essere molto cauti, per mantenere sempre il controllo su questi filtri. In ogni caso, se si hanno dei filtri, è bene conoscere cosa si filtra e come poter modificare i criteri di censura. Se il filtro, poi, è creato da aziende come Microsoft o America On Line, non ci sono possibilità di rendere gli utenti responsabili.

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Domanda 8
E nel caso in cui i genitori non hanno abbastanza tempo a disposizione per poter controllare i percorsi in rete dei figli?

Risposta
Le persone che sono interessate alla tecnologia e al modo in cui viene utilizzata dai giovani devono capire che i genitori hanno una responsabilità. Molti genitori utilizzano la tv come se fosse una baby sitter elettronica, ma quanti siedono insieme ai figli, soprattutto quando sono molto giovani, per raccontargli cosa succede in una pubblicità o in un film violento? Quanti spiegano che la pubblicità serve a vendere un prodotto e che la realtà della violenza è tutt'altra? Ciò non avviene facilmente per la tv, e la stessa cosa succede per Internet. Molti genitori non conoscono la tecnologia quanto la conoscono i loro figli, non siedono insieme per vedere come funziona. Ci manca, inoltre, la capacità di insegnare ai nostri figli come usare tutti i media che li circondano. Oggi i bambini spendono più tempo davanti al televisore che in classe, e, nonostante ciò, non ci sono ancora corsi di alfabetizzazione ai media. Per realizzare un'effettiva civilizzazione al fine di utilizzare le tecnologie vantaggiosamente e per evitarne gli svantaggi, è necessario insegnare ai genitori come insegnare ai loro figli l'utilizzo dei media. I problemi sorgono quando i genitori sono troppo occupati, quando non se ne interessano, quando c'è solo un genitore o quando sono drogati o alcolizzati. Questi sono problemi sociali che hanno un impatto diretto sull'educazione: quando un bambino di sei anni arriva in classe, il danno più grosso è già stato fatto. Se ci vogliamo porre delle domande circa l'educazione bisogna prima interrogarsi sulla funzione genitoriale.

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Domanda 9
Poiché chiunque può pubblicare su Internet, cosa sarà delle TV giornalistiche?

Risposta
Internet è il primo medium fatto da tanti e rivolto a tanti. Questo significa che ogni computer connesso ad Internet diventa potenzialmente una tipografia, una rete televisiva, una radio o un'assemblea dove la gente può discutere. Esso rappresenta un cambiamento radicale del potere di comunicazione, dell'influenza e della persuasione sulla gente, e credo che avrà un impatto profondo sui nostri sistemi politici. Penso che guardare al passato aiuti a capire meglio il presente; la stampa aiutò veramente la nascita dello stato-nazione democratico moderno. Prima del processo di stampa, solo una piccola élite poteva decodificare il sapere dai libri. Dopo l'invenzione della stampa, intere popolazioni divennero alfabetizzate. In un periodo inferiore a cinquanta anni dall'invenzione della stampa, milioni di persone in Europa sapevano leggere e scrivere, potevano governarsi da soli. Non può esistere una popolazione che si governa senza essere alfabetizzata, senza capire e comunicare le istanze che gli interessano. Nel ventesimo secolo, i mass media hanno avuto una tremenda influenza sulla gente, portando immagini da tutto il mondo all'interno delle case. Nei mass media, un piccolo gruppo di persone decidono quello che un vasto gruppo di gente può sentire e vedere dal mondo; viceversa, non si può riprendere con la telecamera quello che succede fuori dalla nostra finestra e ritrasmetterlo al mondo, se non si possiede Internet. Internet permette di fare uscire mille voci dove prima se ne sentivano solo alcune! Abbiamo potuto vedere ciò durante le dimostrazioni di piazza Tien-an-men quando gli studenti cinesi inviarono testimonianze oculari su Internet. Durante le sommosse in Unione Sovietica, quando il comunismo si disgregava, le informazioni venivano e andavano da una società chiusa come non era stato possibile prima. In Bosnia, quando la radio serba d'opposizione fu chiusa, iniziò a trasmettere da Internet nel giro di poche ore. Oggi abbiamo uno strumento potenziale per una comunicazione democratica essendo difficilmente controllabile da un potere centrale, al contrario della tv e della radio. Questo significa anche che qualsiasi tipo di persona può trasmettere informazioni, inclusi estremisti e pazzi. Dobbiamo, dunque, affrontare il fatto che non esistono più guardiani che determinano come o quando dare accesso ai media.

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Domanda 10
Dunque, tutto accade fuori casa e chiunque può scrivere in rete. Non si avrà più bisogno di giornalisti o della CNN? Esisterà ancora un ruolo per i giornalisti?

Risposta
Il giornalismo sta' assolutamente cambiando a causa dei nuovi media, rappresentati da Internet. Ci sono due aspetti che dividono i professionisti dai dilettanti ed uno di questi è l'accesso ai mezzi di produzione. Qualche tempo fa una videocamera era costosa, il prezzo era di circa 60.000$ US; oggi la si può trovare per poche centinaia di dollari. Negli Stati Uniti abbiamo assistito a quel celebre filmato dilettantantistico sul linciaggio di Rodney King da parte di poliziotti a Los Angeles; questo filmato causò sommosse e rivolte politiche. Ciò fu possibile perché i costi dell'accesso ai mezzi di produzione calarono abbastanza da permettere anche ad un dilettante di produrre filmati del genere. E l'accesso ai mezzi di distribuzione? Il nastro su Rodney King divenne famoso perché chi lo riprese inviò la cassetta ad una rete televisiva che lo ritrasmise a sua volta all'intero paese. Oggi, con Internet, le tecnologie permettono a chiunque di fabbricare video dalla propria scrivania e di ritrasmetterli, ma non credo che ciò rappresenti la fine del giornalismo professionista. Se tutti possono trasmettere informazione, possono anche trasmettere cattiva informazione o, addirittura, disinformazione. Di chi ci possiamo fidare? Da oggi, le organizzazioni che trattano le notizie non avranno forse più bisogno dei loro edifici, dei loro giornali, delle loro stazioni di trasmissione, ma avranno sempre bisogno di persone che sappiano come capire una notizia, come interrogare le fonti, come verificare le informazioni e come presentarle in modo intelligibile. Può darsi che molti dilettanti finiscano per diventare professionisti ma non penso che questo significhi la fine dei telegiornali famosi. Le persone sanno che con la CNN si avrà un certo taglio nelle notizie, ma avranno fiducia della qualità dell'informazione.

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Domanda 11
Se si può mettere in rete quello che si vuole, dovremmo essere al corrente che si possono incontrare dei proclami terroristici. In questa prospettiva, pensa che tutti abbiano il diritto di esprimere la propria opinione? E se pensa ci siano, quali sono i limiti?

Risposta
Le società democratiche sono basate su due principi fondamentali; il primo è che si voti per il proprio leader; il secondo, non meno importante, riguarda la libertà d'espressione. Le società più democratiche proteggono la libertà d'espressione, anche quando alcuni esprimono idee estreme o aberranti. Negli Stati Uniti si può stampare un giornale che esprime idee fasciste o comuniste: entrambi vengono protetti perché riteniamo sia importante mantenere una varietà d'espressioni e perché non ci fidiamo delle decisioni governative. Fino ad ora i più grandi network controllavano ciò che si comunicava tramite i mass media, tutto era mantenuto nel giusto mezzo e le espressioni estreme venivano marginalizzate. Oggi si può creare un sito Internet su qualunque tema e molti lo fanno. Credo che la risposta a questo rischio non sia la censura ma l'educazione. La risposta ad un errore è nel far parlare di più e non nella censura della parola. E' necessario che la popolazione sia educata a pensare in modo critico altrimenti verrà influenzata da idee estremiste come mai prima d'ora. Credo, dunque, che non possa esistere una democrazia senza libertà di espressione, e il miglior modo per affrontare il sistema della rete credo sia quello di educare le persone.

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Domanda 12
Questa nuova democrazia farà avvicinare la gente ai politici ed alla politica?

Risposta
Uno dei problemi che riguarda i mass media è la limitazione della dissertazione politica da parte dei cittadini. Mentre prima andavamo alle assemblee, nei caffè o nei bar per discutere di politica, oggi sediamo davanti alla tv dove i politici e le loro idee ci vengono vendute, vengono "confezionate" da agenzie di pubblicità. Non emerge necessariamente la verità. Il buon "confezionamento" determina il buon risultato del politico. Negli Stati Uniti vengono scelti Ronald Reagan o Bill Clinton perché rendono molto bene in tv. Se non si è un commentatore televisivo non si avrà accesso a molte persone. In rete, si hanno i famosi gruppi di discussione, in cui la gente discute di politica 24 ore al giorno. Per il cittadino è positivo poter esprimere la propria opinione politica confrontandosi con altri; e più la gente discuterà di politica, meno riceverà passivamente quello che gli viene inviato. Ciò, però, non equivale a sostenere che Internet sia una democrazia elettronica. Ma la domanda che ci poniamo è: l'accesso al dibattito ed alla discussione miglioreranno, forse, la democrazia? Penso che non sapremo la risposta. Il primo passo è quello di far capire alla gente che Internet, insieme alla nostra capacità di comunicare, è uno strumento politico fondamentale. Non è uno strumento che permette soltanto l'accesso alle biblioteche o alla pornografia, ma permette l'accesso all'espressione politica. Se non si riconoscesse questa potenzialità, prenderemmo decisioni sulla regolamentazione e sull'utilizzo della rete senza capire che potrebbe essere uno strumento molto importante per la democrazia.

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