Durantela frequenza del I anno SISSIS, in occasione del centenario della scoperta di Einstein della Teoria della relatività ristretta (1905)ci è stato proposto, a noi futuri insegnanti di matematica e fisica, di gestire ed esporre alcune delle esperienze più semplici della mostra Gei della fisica, che l’Università in quella occasione aveva prenotato per qualche mese. Un esperienza molto affascinante, che se pur mi ha impegnato molto,è stata appagante e soddisfacente. Purtroppo, il percorso di studi della facoltà di matematica non prevedeva alcun laboratorio di fisica, quindi la nostra formazione è stata molto teorica e in nessun modo accompagnata da esperienze pratiche. La mostra ci ha dato la possibilità di confrontarci con le attività dilaboratori che dovremo gestire nel nostro futuro lavoro. Inizialmente familiarizzando con i materiali arrivati daUdine, a prima vista semplici poveri, poco significanti, rispetto alla strumentazione molto sofistica che abbiamo usato durante il laboratorio di esperienze didattiche, eravamo molto scettici circa la valenza. Ma soffermandoci singolarmente su ogni esperimento e sul modo di condurlo, proposto dagli organizzatori della mostra, ci siamo resi conto delle grandi potenzialità. E’ stata un esperienza altamente formativaper varie ragioni:

Il settore della mostra che abbiamo curato riguarda le forze e l’equilibrio, io in particolare mi sono occupato dei seguenti esperimenti:

  1. Carrello su un piano inclinato;
  2. Analogia: le forze nel piano inclinato.

Tali esperimenti sono molto interessanti perché conducento il primo esperimento,nelle tre fasi piano in posizione verticale, piano in posizione orizzontale e piano posizione obliqua, facendo rilevare di volta in volta l’allungamento del dinamometro rende immediato comprendere in che modo e quanto contribuisce la reazione vincolare, all’equilibrio.

Il secondo esperimento, rappresenta una sorta di schematizzazione a corpo libero su un piano verticale della esperienza precedente, in modo da far comprendere agli allievi che la reazione del vincolo è sempre diretta in posizione perpendicolarealla direzione del moto.

Il supervisore di tirocinio ci ha chiesto di non sottovalutare la mostra, e di condurre gli esperimenti come se fossero delle lezione in classe. Quindi ogni uno di noi si è premurato nel ricostruire, attraverso il valido sostegno del supervisore, un possibile percorso didattico, con una scheda di ingresso dalla quale rilevare il grado di conoscenza di tali tematiche ed una scheda applicativa in uscita, dalla quale desumere il grado di competenze acquisite. Il mio intervento si è concretizzato attivandouna lezione partecipataevitando il semplicistico nozionismo ma seguendo la strategia per scoperta. Coinvolgere in prima persona gli alunni, con una serie di domande, facendogli toccare con le proprie mani la semplice strumentazione, ciò ha permesso loro di trasformarsi insoggetti attivi nella costruzione del sapere. Grazie al personale di gestione e vigilanza,che ci sosteneva nel lavoro, abbiamo potuto avere ai banchi di esposizione gruppi contenuti di ragazzi. Con i quali seguire un percorso formativo altamente qualificante per noi corsisti, tanto da diventare un capitoloimportante dellanostra relazione di specializzazione finale.