Un sito per spiegare il WebQuest

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Un sito per spiegare il webquest

Il presente sito costituisce una ricerca in progress funzionale ad accompagnare la creazione di un modello italiano di Webquest [cfr. glossario] attagliato alle esigenze della cultura scolastica nazionale.

Abbinato al sito "Webquest.it" è il portale tematico "Apprendereonline.it", il quale raccoglie una "comunità di pratica" [cfr. scheda di approfondimento: comunità di pratica], grazie al supporto offerto da una tecnologia web avanzata simile a quella utilizzata dai cosiddetti siti dinamici [cfr. glossario: sito dinamico].
Tale comunità di pratica è costituita da tutti quei docenti che, avendo progettato e realizzato attività didattiche improntate al metodo del webquest (o "inchiesta virtuale"), accettano di partecipare ad uno scambio di esperienze, attraverso la  pubblicazione delle stesse nello spazio virtuale da noi predisposto.

Mario Morcellini, in un'intervista di qualche anno addietro, sosteneva l'opportunità di studiare delle forme di insegnamento e di professionalità docente capaci di comprendere come far interagire efficacemente la pedagogia e la didattica istituzionali con il vissuto degli allievi, i quali hanno a che fare "con tipi di saperi, tipi di linguaggi, ma anche contenuti di sapere, di relazioni comunicative, di relazioni di vita, che vengono da un altro tipo di magistero, da un altro tipo di autorità,  quello dei media" (Nota).

In tal modo si potrà attuare un auspicabile "processo di ristilizzazione del ruolo", che significa "rimettere il docente in un circuito di modernità e quindi di renderlo credibile agli occhi dei suoi allievi" (Nota).

Noi crediamo che il webquest possa contribuire a questo processo che Morcellini chiama di "riacclimatamento culturale degli insegnanti alle nuove condizioni del loro agire" (Nota).

Se riteniamo che l'apprendimento sia cambiato nel senso che i nostri discenti sono sempre meno disponibili ad autopercepirsi come "vasi vuoti" che attendono di essere riempiti dei contenuti in possesso al docente, mentre mostrano una attitudine alla interazione, le pratiche dell'istruzione fondate sulla trasmissione sono decisamente superate. Debbono trovare un'adeguata valorizzazione le metodologie didattiche che stimolano le competenze "costruttive" dei soggetti.

Le nuove tecnologie potrebbero indurre la falsa idea che il processo di apprendimento possa essere integralmente gestito dal soggetto. In questo modo istituzioni come la scuola sarebbero del tutto inutili e i soli media assolverebbero al problema della trasmissione culturale. In realtà le cose non stanno così, in quanto l'educazione formale ha ancora un suo significativo ruolo da giocare. Essa deve proporsi come un elemento del triangolo: a) processo di formazione, b) tecnologie e c) istituzioni deputate alla formazione. Il mestiere dei docenti ha oggi un senso nuovo, quello della mediazione culturale  tra le tecnologie e gli utenti.

Il webquest, per come noi lo concepiamo, è una metodologia didattica che fa ben comprendere il senso in cui possa avvenire questa operazione di interposizione tra tecnologie e soggetti da formare. Esso valorizza le capacità autoformative degli allievi, abilita l'uso delle tecnologie e non abdica alla funzione di guida, orientamento e valutazione del docente.

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- Mario Morcellini, Nuove pratiche di apprendimento e di insegnamento, Summit della Telecom sulla società della telecomunicazione, Napoli, 5.7.1996, in: http://www.spbo.unibo.it/pais/giovgraz/Morcellini.htm

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