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Civiltà egiziana: Secondo Erodoto gli Egiziani hanno sviluppato la geometria e l'astronomia con lo scopo di governare e prevedere le piene del Nilo, centro e motore di tutta la loro vita. E' ancora in uso in Egitto la noria, un sistema per il sollevamento dell'acqua dai pozzi, per poterla poi trasportare dove le piene del grande fiume non giungono (Buzzi, 1986). |
- Civiltà mesopotamiche: Fiorenti
civiltà sono sorte sulla lingua di terra compresa tra
il Tigri e l'Eufrate. Grazie alle piene e all'irrigazione la
terra era fertile e sostentava una florida agricoltura; il commercio
sfruttava le due vie d'acqua per l'esportazione e l'importazione
di numerose merci. Esperti ingegneri idraulici progettavano sistemi di irrigazione ed elevazione dell'acqua permettendo così una sua capillare distribuzione (Buzzi, 1986). |
- Civiltà romana: Benchè altri popoli prima avessero costruito strutture per trasportare l'acqua, i Romani svilupparono una conoscenza scientifica e una perizia tecnica senza eguali nella realizzazione di acquedotti. La sola città di Roma ne contava 11, ma se ne trovano resti sparsi ovunque nelle terre appartenute all' impero. Le basi teoriche per la realizzazione di queste spettacolari opere si sono diffuse in tutto il Mediterraneo. |
- Civiltà ebraico-cristiana:
Già nella Bibbia si ritrovano testimonianze dell'usanza
(comune a tutti i popoli del Mediterraneo) da parte delle donne
di incontrarsi al pozzo o alla fontana del villaggio. Proprio
presso un pozzo avviene l'incontro e il dialogo tra Gesù
e la Samaritana. L'acqua ha una funzione purificatrice, infatti Dio sommerge il mondo con le acque (diluvio universale) per liberarlo dall'umanità corrotta e permettere, attraverso Noè, la nascita di una nuova umanità. Per i Cristiani l'acqua è fonte di vita, come dice Tertulliano, uno dei Padri della Chiesa: "...l'acqua era la prima sede dello spirito divino, che la preferì a tutti gli altri elementi...Fu l'acqua che per prima ebbe il compito di generare creature viventi...Fu l'acqua che, prima di tutto, produsse ciò che è vita..." (UNESCO Sources, 1996). |
- Civiltà islamica: La tradizione islamica ha elaborato regole per l'uso e il controllo dell'acqua e principi per governarne la gestione ed evitare conflitti. Le tribù di Beduini mantengono un ordine di priorità tra le famiglie nell'uso dei pozzi e delle sorgenti (UNESCO Sources, 1996). |
- Civiltà Hindu (India): Nei quattro Veda l'acqua è descritta come "incarnazione di Dio", "nettare", "la protettrice della terra e dell'ambiente". I saggi nell'Yajurveda pregano così:"O Acqua, tu sei la fonte del benessere e della prosperità, ci aiuti a divenire forti. Noi guardiamo a te per ricevere in dono il dolce nettare su questa terra. O Acqua, ci rivolgiamo a te per liberarci dalle nostre colpe. Possa l'acqua purificare la terra e la terra purificare me. Possano le sacre acque tenermi lontano dalle colpe. Possano le acque rimuovere le mie cattive azioni....Le acque che generano ogni prosperità sulla terra e nel cielo e quelle che dimorano in forme differenti nell'atmosfera, quelle che irrigano la terra, possano quelle acque essere benevole con noi e benedirci. O Acqua, toccami amorevolmente con il tuo divino essere e produci in me forza, splendore, intelletto e saggezza." (Sharma, 1998). |
- Civiltà degli Indiani d'America: Per le tribù del Nord America anche l'acqua è permeata dello Spirito che permea tutti gli esseri viventi, uomo compreso. L'arrivo delle piogge era atteso e invocato con canti: alzando le mani in direzione dei punti cardinali. Poi gli artefici della pioggia invieranno il loro vaporoso respiro e grandi nuvole cariche d'acqua giungeranno da lontano sino a noi. Coccoleranno il mais, scenderanno e lo abbracceranno con la loro acqua rinfrescante, con la loro pioggia rivitalizzante. E là dove sbocca il sentiero la pioggia sarà come un torrente, trascinerà sabbia e fango, laverà le gole delle montagne, trasporterà a valle i tronchi. Da tutte le montagne scorrerà acqua, i solchi di nostra madre, la terra, si riempiranno d'acqua. Che avvenga così: questa è la mia preghiera." (Preghiera per la pioggia, Zuni) |
- Civiltà degli Aborigeni
australiani: "Al tempo dei sogni le tribù Arunta,
Ilpirra, Kaitish e Unmatjira, che abitavano le aride regioni
a nord e a sud di Alice Springs, costruivano la capanna più
grande del villaggio per il Mago della Pioggia" (AA.VV.,
1994). Che l'acqua sia un bene preziosissimo è testimoniato
da racconti in cui le forze del Bene, portatrici di pioggia,
si oppongono a quelle del Male, artefici della siccità.
Anche nella cultura australiana si rinviene la storia del grande Diluvio: un tempo una rana inghiottì tutta l'acqua del mondo e ciò segnò l'inizio di una grande siccità. L'unico modo per farle restituire l'acqua consisteva nel farla ridere. L'arduo compito riuscì ad un'anguilla, però la rana rise tanto da inondare il mondo con l'acqua che sputò (Di Cesare, 1996). |
- Civiltà africane: Nelle
culture africane è universalmente diffusa l'usanza di
versare acqua per terra, davanti ad una novella sposa, ad un
re o semplicemente sulla soglia di casa in giorni particolari,
assegnando a questo liquido una pregnanza di significati che
rende sacro un gesto di per sé molto semplice (Ries, 1989).
Il sole arde su di noi. L'uomo riuscirà a sopravvivere? Perché gli spiriti non ci portano le piogge? Dove berrà l'uomo? Così l'uomo non può che morire...." (Boscimani Kalharari, Africa meridionale) e la strada incrocia il fiume; chi dei due è il più antico? Molto, molto più antica è la sorgente del fiume. La sua sorgente è nel creatore. Santo, santo Tanno, creatore degli esseri." (Costa d'Oro, Africa occidentale) |
- Civiltà dell'oasi: Nelle
zone più aride e apparentemente ostili alla vita si sono
sviluppate civiltà capaci di riconoscere il "valore
delle cose minime" e di utilizzare efficaciemente le risorse
rare, l'acqua in particolare. Le oasi, "luoghi abitati circondati
da vasti deserti, come isole nel mare aperto" (Strabone),
sono frutto dell'ingegno umano che riesce ad integrare componenti
ambientali, architettoniche e sociali in un unico sistema basato
sulla struttura ordinata di cisterne e canalizzazioni per la
ripartizione e l'utilizzazione delle risorse idriche. Un rapporto costante con il deserto permette alle genti dell'oasi di conoscerne le leggi ecologiche e di imparare quindi a scoprire le potenzialità di sussistenza insite in un ambiente "implacabile e impercorribile". (Laureano, 1995). Alcune di queste oasi, quelle di San'a e Shibam nello Yemen e quella di Petra in Giordania, sono oggetto di particolare interesse per l'UNESCO che si adopera per la loro salvaguardia. |
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