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I pregi del Webquest

Sicuramente uno dei punti qualificanti del webquest è di puntare a realizzare apprendimento "in situazione". 

L'insegnamento/apprendimento "situazionato" è quello che intende riproporre nelle condizioni dell'insegnamento formale alcune opportunità dell'apprendimento informale. Nelle cività in cui non è presente la scuola (nel passato ve ne sono state) gli adulti trasmettono i valori culturali della società alle nuove generazioni attivando dei processi di insegnamento/apprendimento che si trovano imbricati nelle attività della vita quotidiana e non sono del tutto separabili dagli abitudinari rapporti sociali.

Un secondo elemento che fa guardare al webquest con particolare interesse è quello per cui esso punta ad ottenere dai discenti un vero e proprio prodotto, compiuto e spendibile in sé, un prodotto che veicolato in contesti sociali (quale può essere internet, ma evidentemente non necessariamente e non soltanto internet), può ricevere dei feedback in merito alla sua effettiva utilità per qualcuno che trovi in esso, per una ragione o per un'altra, valide ragioni di interesse.
Questa idea ci sembra compatibile con la nozione bruneriana di &opera&. 

La cultura - ci dice Bruner - ha natura dinamica ed attiva e pertanto produce dei risultati, le opere, che si prospettano al nostro sguardo come degli oggetti a contatto con i quali prende forma la nostra identità collettiva. Una comunità di apprendimento realizza delle interazioni efficaci soprattutto attraverso la creazione di opere, che possono nascere grazie allo spirito collaborativo che si stabilisce tra i membri della comunità, alla loro capacità di auto-organizzarsi in vista della realizzazione di uno scopo. Le opere si mostrano capaci di produrre processi di identificazione collettiva, aiutano quindi la comunità a realizzarsi e sostenersi. 
Un gruppo impegnato nella realizzazione di un'opera, generalmente matura una "mentalità" sua propria [Cfr. il termine mentalità, nel Glossario], cioè un sistema condiviso di forme di pensiero, che si strutturano grazie alla negoziazione dei significati che si stabilisce nel corso dell'attività fra i membri che vi prendono parte. 
Attraverso le opere si costituiscono delle tradizioni: le opere diventano il presupposto su cui si innesta il successivo lavoro della mente, che essenzialmente è lavoro di interpretazione, che nel mentre "salva" la tradizione a cui fa riferimento pure la rinnova e la rivitalizza. 

E' possibile pensare l'organizzazione scolastica in modo da rendere possibile lo strutturarsi di una tradizione? Sì se si può lavorare a delle opere, le quali siano in grado di conservare la cultura del gruppo che le ha ideate e realizzate. 

La metodologia del Webquest ha inoltre un secondo pregio. Esso, prevedendo, come step finale, un momento di riflessione sia da parte del docente che lo propone, sia da parte degli allievi che lo hanno realizzato, promette di pervenire al raggiungimento di alcuni obiettivi, ben individuati (anche questi) da Bruner a proposito delle comunità di apprendimento.

Bruner sottolinea che in una comunità di apprendimento la possibilità di riflettere sui processi e sui risultati della attività comune si mostra in grado di produrre importanti risultati rafforzando la spirito cooperativo, grazie alla dimensione metacognitiva connessa alla comune riflessione sulle opere del gruppo impegnato nella loro realizzazione. 

Un'opera, esternalizzando i processi mentali, trasformandoli in un prodotto al di fuori della mente, rende possibile pure che la mente osservi mediatamente se stessa, aiuta quindi a  far capire  come funzionano i nostri processi conoscitivi. In questo senso si può affermare che un'opera è un "modello dimostrativo" e come tale può essere utilizzato efficacemente in sede educativa per la promozione di capacità metacognitive.


Per approfondire:

- J. Bruner, La cultura dell'educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, trad. it. Feltrinelli, Milano, 2001 (seconda edizione).

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