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Riflessioni di Bernie Dodge sul Webquest

Bernie Dodge illustra per la prima volta la metodologia del Webquest in un articolo del 1995 (Nota). 

In quest'articolo egli parte dalla considerazione che ormai Internet sta ampiamente prendendo piede nelle scuole americane, senza tuttavia che esista un'idea sufficientemente precisa, e comunque adeguatamente fondata su base pedagogica, di come servirsene per arricchire le attività di insegnamento. 

Il Webquest si configura come un tentativo di integrare le nuove tecnologie all'insegnamento, creando un ambiente di apprendimento sufficientemente semplice da poter essere utilizzato con quello che ormai sta diventando il bagaglio minimo di competenze a disposizione di tutti, dal momento che il computer è divenuto un "elettrodomestico" con cui ognuno di noi, bene o male, deve avere a che fare nella quotidianità della sua esistenza

Secondo la definizione di Dodge, un webquest è un'attività da svolgersi in internet, basata sul problem solving. Le informazioni (in tutto o in parte) di cui necessitano gli studenti sono delle selezionate risorse del ciberspazio. Un webquest può trovare un elemento di arricchimento nell'integrare la videoconferenza, la telefonata, l'e-mail o altra forma comunicativa tecnologicamente mediata.

Bernie Dodge distingue due modalità di utilizzo della metodologia del webquest in classe: una dà luogo a dei webquest di breve durata, l'altra ad attività più strutturate che coprono periodi più lunghi di tempo. Un webquest di breve durata, coprendo l'arco di due-tre lezioni, prevede soprattutto l'acquisizione di dati conoscitivi e una loro rielaborazione in un testo di sintesi, in una mappa concettuale, in un diagramma di flusso. Un webquest a lungo termine, invece, coinvolge capacità di pensiero più sofisticate. Nel webquest a lungo periodo si può pensare di indurre lo studente ad analizzare approfonditamente un qualche corpus conoscitivo, di elaborarlo per dimostrare una comprensione autentica del materiale, producendo un prodotto che, sottoposto, al giudizio sociale possa essere giudicato accettabile.

Un Webquest, sia esso di lunga o breve durata, ha un fondamentale obiettivo, quello di rendere particolarmente efficace il tempo speso dagli allievi nella loro attività di navigazione in internet. La rete può infatti essere assai dispersiva quando non venga utilizzata avendo chiari gli scopi per i quali ci si rivolge alle informazioni in essa depositata.

Descrivendo la struttura fondamente di un webquest, Dodge propone il seguente punto elenco:

1. Introduzione: fornisce le informazioni di base;

2. Compito: descrive quale compito debba svolgersi;

3. Risorse: individua le risorse occorrenti per portare a termine efficacemente il compito assegnato. Delle risorse fanno parte tanto le risorse elettroniche, sia quelle predisposte ad hoc dal docente ed inserite in apposito sito, sia quelle liberamente fruibili nella rete, precedentemente visitate e recensite dal docente, quanto altro tipo di risorse, come i libri reperibili nella biblioteca della scuola o in altra biblioteca pubblica o privata, indirizzi e-mail o numeri telefonici di esperti a cui potersi rivolgere per ricevere risposta a quesiti utili alla soluzione del compito assegnato;

4. Processo: una descrizione del processo che gli studenti debbono mettere in atto nella effettuazione del compito;

5. Suggerimenti: si tratta di consigli che vengono offerti dal docente allo scopo di aiutare gli studenti ad organizzare le informazioni acqusite. I suggerimenti possono darsi sotto forma di domande a risposta più o meno giudata, consistere in griglie organizzative, in mappe concettuali, in schemi causa-effetto, ecc.

6. Conclusione: è il momento che ricorda agli studenti cosa hanno imparato e li consiglia su come successivamente ampliare l'esperienza per acquisire ulteriore conoscenza.

Un webquest, quantunque possa essere pensato come attività individuale, funziona meglio come attività di gruppo. Parimenti ha maggiore efficacia se vengono inclusi degli aspetti incentivanti la motivazione. Tra questi potremmo annoverare l'assegnazione di un ruolo oltre che di un compito (del tipo: siete dei detective, siete un funzionario di un'agenzia governativa...). Il ruolo potrebbe essere accompagnato da un piano d'azione (del tipo: siete stati incaricati di ritrovare..., dovete man mano che acquisite le vostre informazioni informare i vostri superiori utilizzando la posta elettroncia...). 

I webquest possono essere sia attinenti ad una singola disciplina che riguardare più aree disciplinari. 

Detto tutto ciò, i webquest possono essere considerati da due prospettive:

- dalle capacità mentali attivate;

- dalle forme che assumono.

Sotto questo secondo profilo i webquest possono configurarsi in una molteplicità di modi:

- possono assumere l'aspetto di data-base organizzati dagli allievi;

- possono configurarsi come dei veri e propri "micromondi", attraversabili dagli utenti alla stregua di veri e propri spazi fisici;

- possono proporre una storia o un'inchiesta interattiva;

- possono darsi nella forma di un documento che analizzi una situazione controversa, sollecitando gli tuenti ad aggiungere le loro considerazioni ove non si trovino d'accordo con le tesi sostenute nel docuemnto stesso;

- possono, ancora, proporre delle interviste immaginarie a personaggi reali o immaginari, dopo aver acquisito una molteplicità di informazioni, sí da rendere l'intervista stessa verosimile.

Mettendo i webquest in rete si conseguono alcuni scopi fondamentali: innanzitutto si induce gli allievi a porre la loro attenzione su un'operazione di tecnologia elementare, ma che è capace di indurre effetti di certo interessanti, verificabili attraverso il feedback che può aversi da parte degli utenti delle proprie pagine web; secondariamente si propongono dei modelli che altre classi, anche geograficamente distanti, potrebbero assumere a riferimento della loro attività.

Dodge, nel suo articolo, propone anche dei suggerimenti per insegnare la progettazione di un webquest. Innanzitutto, egli dice, bisogna partire a fare dei webquest da argomenti che si conoscono molto bene, strutturandoli come dei webquest a breve durata per poi successivamente pensare a delle architetture più complessi in campi più ampi o a natura interdisciplinare.

L'attività di progettazione di un webquest dev'essere preceduta da una ricognizione attenta delle risorse disponibili nella rete relativamente ad una data disciplina o ad un certo argomento; nonché da una organizzazione molto ordinata di queste risorse, distinguendo opportunamente tra quelle che verranno utilizzate come proposta ai discenti nel webquest da quelle che invece serviranno a far maturare al docente l'idea progettuale, che fungeranno da modello, ecc. 

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- L'articolo di Dodge che illustra il Webquest è consultabile all'indirizzo:
http://edweb.sdsu.edu/courses/edtec596/about_webquests.html
ovvero, in formato PDF all'interno di questo nostro spazio >>

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