Il modo di agire è consistito, inizialmente, nel sondare, attraverso un test d’ingresso, quali fossero le aspettative degli studenti riguardo l’esperienza che stavano per fare e per valutare a priori il grado di padronanza di alcuni concetti utilizzati durante gli esperimenti; successivamente, ognuno di noi ha esposto, rendendo partecipi i ragazzi, i propri esperimenti.
Infine, per poter stabilire quanto era stato appreso, sono stati proposti agli studenti, suddivisi in gruppi di circa 5 ragazzi, dei test finali, inerenti ad ogni singola esperienza.
Il nostro compito non si è comunque limitato ad una semplice dimostrazione degli esperimenti, ma abbiamo pensato che il nostro lavoro possa essere una risorsa per il futuro anche per i nostri colleghi insegnanti. Infatti, l’uso di materiali poveri è una motivazione in più alla riproduzione di tali esperienze all’interno di un’aula scolastica o alla creazione di nuovi esperimenti.
Per ogni esperimento abbiamo infatti preparato varie schede:
Abbiamo raccolto tutto il materiale prodotto in questo sito e in particolare nella sezione "Schede degli esperimenti". La sua struttura è abbastanza accattivante, ed a ogni esperimento corrisponde una pagina in cui sono presenti i link agli obiettivi, alla verifica, ed alla teoria necessaria a spiegare l’ esperimento.Nella stessa pagina sono presenti sia la scheda docente che la scheda studente, visualizzabile per mezzo di finestrelle a comparsa, attivabili con un semplice click del mouse.
Di seguito si riportano, con una breve descrizione, gli esperimenti che abbiamo proposto:
a cura di Giovanna Zito
Ad una molla vengono agganciati, uno alla volta, dei pesetti uguali e si segnano i rispettivi allungamenti. Si mostra la relazione di proporzionalità tra allungamento della molla e la forza peso ad essa applicata. Poi si tolgono, uno alla volta, i pesetti e si segnano i rispettivi accorciamenti. Si mostra la proprietà di buona elasticità della molla, che riacquista le dimensioni precedenti a parità di pesi.
Ad un elastico vengono agganciati, uno alla volta, dei pesetti uguali e si segnano i rispettivi allungamenti. Si mostra che non vale la relazione di proporzionalità tra allungamento dell’elastico e la forza peso ad essa applicata, e quindi un comportamento diverso dalla molla. Poi si tolgono, uno alla volta, i pesetti e si segnano i rispettivi accorciamenti. Si mostra che l’elastico non riacquista le dimensioni precedenti a parità di pesi.
Link all'esperimento sul sito GEI
Test finale
L'esperienza della mostra
a cura di Francesco Gargano
Un fenomeno apparentemente banale come l’equilibrio di un corpo poggiato su un tavolo permette di introdurre le reazioni vincolari e di verificare il terzo principio della dinamica.
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Test finale
L'esperienza della mostra
Ad un anello vengono attaccate due molle di uguale costante elastica, a loro volta incernierate, all’altro estremo, ad un perno fissato su una guida. Dalla medesima estensione delle due molle si ricava che le due forze elastiche che agiscono sull’anello hanno la stessa intensità, la stessa direzione, ma verso opposto, e ciò permette all’anello di rimanere in equilibrio
Link all'esperimento sul sito GEI
Test finale
L'esperienza della mostra
L’equilibrio della guida viene raggiunto posizionando opportunamente dei pesetti.
Si mostra come il prodotto di ciascun peso per la distanza del punto d’appoggio dal punto di sospensione della guida deve essere lo stesso per ottenere la condizione di equilibrio.
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Test finale
L'esperienza della mostra
a cura di Mario Sciacca
Un’automobilina posta sul piano inclinato viene tenuta ferma da un dinamometro parallelo al piano. Variando l’inclinazione del piano si varia la lunghezza del dinamometro e quindi varia l’intensità della forza che equilibra la componente della forza peso parallela al piano.
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Test finale
L'esperienza della mostra
Permette di visualizzare le direzioni delle forze presenti nell’esperimento precedente utilizzando dei dinamometri.
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Test finale
L'esperienza della mostra
Ovetti con la stessa forma e le stesse dimensioni stanno in equilibrio su un piano orizzontale in posizioni diverse. In ogni ovetto, infatti, è stato aggiunto un sovrappeso in posizione diversa, spostando quindi il loro baricentro e modificando la condizione d’equilibrio stabile.
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Test finale
L'esperienza della mostra
Si mostra come trovare il baricentro di un corpo sagomato, assimilabile ad una figura piana, facendo notare come non sempre il baricentro corrisponda ad il centro del corpo
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Test finale
L'esperienza della mostra
a cura di Alessandra Gabriele
Le sagome di parti del corpo sono vincolate in un punto e sostenute in posizione orizzontale con un dinamometro applicato in un altro punto. L’equilibrio dei momenti che si realizza con il dinamometro quando si aggiunge in un punto della sagoma un pesetto permette di capire il tipo di forza esercitata dai muscoli nelle diverse situazioni.
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Test finale
L'esperienza della mostra
La carrucola mobile è una leva vantaggiosa di II genere. La forza F necessaria per equilibrare il peso P di un oggetto è la metà della somma tra il peso dell’oggetto e quello della carrucola.
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Test finale
L'esperienza della mostra
Per mantenere in equilibrio un corpo appeso ad un filo fatto passare attorno ad una carrucola bisogna sospendere dalla parte opposta un altro corpo di uguale peso. La carrucola è una leva di primo genere e si comporta da leva indifferente.
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Test finale
L'esperienza della mostra